I libri della consulente digitale Annette Palmieri

Annette Palmieri è una consulente digitale, una gattofila, una spacciatrice di merende e, oggi, anche mia specialissima ospite per il Curriculum Del Lettore. Per mesi ho osservato sui social il visetto sbarazzino di Annette. Un'icona con fondo rosa shocking super attivo nel condividere contenuti, promuovere eventi come l'Inbound Strategies e per interagire con grazia e leggerezza. Ora che ho il suo Curriculum Del Lettore confesso però di esserne rimasta spiazzata. L'ospite di oggi ha, infatti, la capacità di essere e apparire in mille modi e forme differenti rimanendo però sempre coerente a sé stessa, a tratti amara e un po' malinconica. I libri con i quali si narra sembrano suggerire una persona profondamente concreta, dal realismo romantico... Vieni a scoprire il suo Curriculum Del Lettore?


Curriculum del Lettore di Annette Palmieri

Il realismo romantico di una consulente digitale

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Descrivermi attraverso quello che ho letto non è cosa per me semplice. Ogni giorno della mia vita è stato caratterizzato da un libro che ho letto. Ricordo ancora i primi anni di università con un po’ di nostalgia: mettevo nel mio zaino sempre due libri, perché non volevo avere mai la certezza di come mi sarei sentita in autobus. Perché per me è sempre stato così, ho letto autori e titoli in base alla fase che stavo attraversando. Ed è esattamente così che sono arrivata a leggere libri a cui oggi ripenso con un sorriso.

Quegli anni li ricordo con profonda nostalgia, perché concedevo a me stessa tante cose che oggi non concedo più. Qualcuno ha detto che bisogna leggere per vivere tante vite e per me è un po’ così. Tramite i libri ho fatto viaggi, conosciuto persone, qualcuna l’ho anche odiata!

Ad esempio, ti faccio una piccola confessione anche se sarò impopolare, ho tanto odiato la protagonista de L’Eleganza del Riccio. Insomma, mi permettevo il lusso di sognare nonostante fosse pieno giorno e ogni tanto mi concedevo anche un pizzico di speranza sai? Adesso gli anni sono passati, di letture ne ho accumulate e cerco sempre di trovare tra le righe un pizzico di malinconia che può descrivermi.

Se dovessi descrivere la mia vita attraverso varie fasi, sicuramente inizierei dalla mia infanzia, precisamente in prima elementare. La mia mamma, da brava insegnante, mi aveva già insegnato a leggere e scrivere quindi affrontavo le lezioni con una certa noia. Ero in quella fase della vita in cui sentivo che la mia famiglia non mi amava, cercavo inutilmente attenzioni come ogni bambina ha fatto. Non so perché, ma in quella precisa fase mia madre mi regalò un libro: Le Avventure di Bianca e Bernie. Lo so, lo troverai stupido. Perché citare le avventure di due topi come parte integrante della propria vita? Perché in quel momento ho capito che ogni tanto dobbiamo lasciare che la nostra mente voli per guardare il mondo da lontano e ritrovare la pace. Io ero con loro in ogni avventura e insieme abbiamo superato tantissime peripezie!

Ma poi arriva lei, impetuosa come non mai, la signora adolescenza. Ci siamo passati tutti, il periodo in cui gli ormoni impazziscono, durante il quale ci sentiamo soli e incompresi. Mamma e papà sono dei nemici, gli amici potrebbero tradirci, quel ragazzo che mi piace dannatamente non mi rivolge nemmeno uno sguardo! Stavo prendendo un caffè con un’amica e fu proprio lei a suggerirmi di leggere Che tu sia per me il coltello. Se anche tu hai letto questo libro, potrai anche solo immaginare quanto mi sia rimasto dentro. Tutt’oggi mi sento rappresentata da quelle righe che ho riletto poi più volte. Ad ogni nuova lettura trovavo un nuovo significato, associavo un pezzo della mia vita. Ogni tanto, come adesso, mi piacerebbe trovare il coraggio di scavare dentro me stessa con il coltello giusto. Te l’avevo detto prima, non sottovalutare la percentuale di malinconia che è in me.

Adesso dovrei trovare un’ultima lettura, un ultimo libro che mi ha segnata ad oggi.

Io penso di essere fatta di tutti i libri che ho letto e di tutti i personaggi che ho vissuto. Se dovessi proprio dare un colpo d’occhio alla mia libreria per vedere quali libri ho inserito nella mensola a me più vicina, sono quelli di Philip Roth.

“Si propone di classificare la felicità tra i disordini mentali e di includerla nelle future edizioni dei principali manuali di diagnostica sotto questo nome: disordine affettivo primario, di tipo piacevole. Da un esame dei principali testi risulta che la felicità è statisticamente anormale, consiste di un discreto conglomerato di sintomi, è associata a una vasta gamma di anormalità cognitive, e probabilmente riflette un anormale funzionamento del sistema nervoso centrale. Una delle principali obiezioni alla proposta è che della felicità non si dà una valutazione negativa. Comunque è un’obiezione trascurabile dal punto di vista scientifico”.

Probabilmente in questo pezzo del Il teatro di Sabbath c’è tutto quello che sto cercando adesso.