Le letture di Simonetta Pozzi: professione storyteller

Ho conosciuto Simonetta Pozzi a Milano, al Mashable Social Media Day 2016, grazie a Roberto Gerosa, mi piace molto la tonalità un po' roca della sua voce con delle leggere inflessioni piemontesi e sono contenta di poterla ospitare questo mercoledì con il suo Curriculum del lettore. Dato che Simonetta è una storyteller, mi aspettavo un racconto lunghissimo e dettagliato e invece, niente di tutto questo. Questo non vuol dire che non abbia raccontato ma che, semplicemente, l'ha fatto in un modo che non avevo mai preso in considerazione utilizzando uno stile di scrittura incisivo, sintetico e che va dritto al punto e che mi ha ricordato il libro Tre cavalli di Erri De Luca. Mi ha fatto ricordare che l'obiettivo di una storia non deve solo far emozionare ma deve essere chiara, accessibile e utile per chi legge. Vieni a scoprire le letture di una storyteller?

Curriculum del lettore di Simonetta Pozzi

Letture di una storyteller

Curriculum del lettore di Simonetta Pozzi: cosa legge una storyteller?

Ho accolto con gioia l'invito di Rita a partecipare al Curriculum del lettore, perché, da storyteller, è affascinante raccontarsi attraverso i libri che ci hanno accompagnato negli anni. Le scelte e i gusti letterari sono personali, ma anche molto influenzati dall'ambiente familiare, scolastico e sociale.

Da ragazzina passavo il mese di agosto nella casa di campagna nel Monferrato e, oltre ai classici giochi di gruppo, avevo a disposizione un po' di tempo da dedicare al relax ed alla lettura.


Non nutrivo grande passione per i classici, in quanto erano legati ai compiti delle vacanze estive, tanto meno per i romanzi rosa tipo Harmony, troppo sdolcinati per il mio animo 'ribelle'.

Ero attratta dai gialli e, in particolar modo dai polizieschi, perché mi piacevano le ricostruzioni degli ambienti e la suspence che mi teneva con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. Ricordate i Gialli Mondadori? Una collana che avevo trovato tra i libri dei miei genitori e che ho continuato a leggere anche negli anni successivi.

Ho poi scoperto Agatha Christie e gli autori svedesi tipo Henning Mankell e Camilla Lackberg. Nell'ultimo anno, su suggerimento di un amico, ho iniziato a leggere i polizieschi di Antonio Manzini sul vicequestore Rocco Schiavone. E un romanzo tira l'altro, un po' come le ciliege, per cui ho finito la serie.

In effetti vi confesso una mia abitudine di lettrice: mi affeziono all'autore e desidero sempre leggere tutta la produzione. A volte resto delusa da un libro, ma ostinatamente acquisto anche il successivo. Non mi do per vinta facilmente.

Oltre al filone poliziesco ho seguito con passione anche i romanzi di Banana Yoshimoto e di Isabelle Allende. Ho acquistato per caso Kitchen , il romanzo rivelazione della giovanissima Yoshimoto e, incuriosita dalla cultura giapponese, ho letto tutti i romanzi di anno in anno.

In merito alla scrittrice Allende ho amato in particolar modo La casa degli spiriti e Paula che ho trovato estremamente toccante, trattandosi di un diario dedicato dall'autrice alla figlia ventottene ammalata di porfiria, una rara malattia che la conduce alla morte.

Negli ultimi anni mi sono dedicata anche al tema della resilienza e alla psicologia, quali, ad esempio, Resisto dunque sono di Pietro Trabucchi e a testi sul personal branding e aggiornamento personale sul social media e digital marketing. Normalmente acquisto libri cartacei, perché amo il contatto con la carta, ad eccezione dei manuali che porto con me in versione Kindle. Ma questa è un'altra storia...