I libri di Federico Simonetti: Seo e Web Marketer dall'anima umanista

Nel post intitolato Social, blogging e sgabelli ho menzionato un articolo di Federico Simonetti. Negli ultimi tempi ho scoperto in lui una cultura umanista invidiabile, che va ad impreziosire le sue competenze nell'ambito della SEO e del Web Marketing. Così gli ho chiesto se volesse raccontarmi un po' dei libri che l'hanno formato e reso il professionista che è oggi. Le sue non sono letture facili ma sono importanti e raccontano di una persona molto critica, talmente critica da esser presa in antipatia ma questo non vuol dire che non abbia un lato fantasioso, sognatore e, naturalmente, curioso. Con molta onestà, Federico ammette di aver iniziato a leggere tardi ma, quando ho avuto il suo Curriculum del lettore si può dire che ha recuperando alla grande. Vieni a leggere?


Curriculum Del Lettore di Federico Simonetti

Esperto SEO e Web Marketer

Il #CurriculumDelLettore di Federico Simonetti

Innanzitutto ringrazio Rita per la bella possibilità che mi da: scrivo tantissimo in questo periodo, ma quasi sempre di roba tecnica o di formazione e raramente mi capita di parlare di quello che leggo, della mia formazione, del modo in cui sono arrivato a essere la persona che sono.

Già, ma che persona sono? Sono Federico Simonetti, 32 anni, una vita divisa tra la voglia di speculare e la voglia di lavorare, da sempre: studente riottoso, militante, studioso, ricercatore, social media marketer e poi web marketer.

Ho affrontato tutte le mie passioni sempre a testa bassa, dedicandomi alle cose con una grandissima curiosità, ma senza lasciare mai che mi avvolgessero totalmente: forse anche per questo ho collezionato letture molto varie, ma fortemente “clusterizzate”. Tendo a incuriosirmi, cercare strade, approfondire argomenti e leggo tutto quello che trovo interessante su quel pezzo. Poi passo ad altro.

Anche per questo la narrativa mi ha accompagnato per brevi tratti, nella mia vita: le ho preferito la saggistica e il fumetto, quasi come se l’intrattenimento, per me, dovesse essere qualcosa di puro o non esserci affatto.

Per quanto sia stato un bambino piuttosto curioso, i libri (intesi come quelli non-scolastici) sono entrati nella mia vita piuttosto tardi: a casa non si è mai letto molto e io ero sempre molto più attratto dai fumetti e dalle riviste di enigmistica (ah, cosa sarei oggi senza “Forse non tutti sanno che…”) per prestare attenzione ad altre forme di carta stampata.

La morale della favola è che ho cominciato a leggere libri intorno ai dieci anni. Tra i più belli che ho letto c’è sicuramente molto Italo Calvino e praticamente ogni parola scritta da Irvine Welsh: Trainspotting mi colpì come una grossa clava sulla nuca quando avevo 15 anni e non me lo sono più scollato di dosso. Ho continuato poi con tanta saggistica, soprattutto politica e marxista: ho ancora una copia - rovinatissima - di Materialismo ed empirocriticismo di Lenin oltre a un paio di edizioni de Il Capitale di Marx ed Engels. Ma leggevo pure roba leggera. Poi, negli anni dell’università, ho cominciato a leggere per studio e per ricerca… e non ho più smesso. Leggo circa 50 libri all’anno, quasi tutti tecnici, ma non soltanto.

Cosa è cambiato nella mia vita? Niente, tutto… un po’.

INFANZIA

Ho sempre avuto una passione per i miti fondativi, per l’inizio di tutte le cose, cosa c’era quando non c’era nulla. Forse è per questo che uno dei miei primi libri è stato I miti greci di Robert Graves: un testo complesso, ma trattato con molto humor e molto, molto umano. Accanto a questo, ovviamente, tutte le trasposizioni per bambini delle varie Favole di Esopo e l’Odissea di Omero, complice il celebre sceneggiato della RAI che andava in onda quando ero bambino. Io e mio fratello, da piccolissimi, giocavamo a Ettore contro Achille (ovviamente io facevo Ettore) alternandolo alle Tartarughe Ninja (lì facevo Raffaello).

ADOLESCENZA

Crescendo il bisogno di evasione e mitizzazione della vita quotidiana di provincia mi ha portato alle letture più classiche per quell’età: ho già citato Welsh, ma ovviamente anche Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi così come Due di due di Andrea De Carlo. Riletti oggi, ovviamente, mi fanno sorridere.


Ma negli anni della mia adolescenza forse quello che ha pesato di più è stato l’impegno politico: la rilettura dei classici del marxismo, Impero e poi Moltitudine di Toni Negri e Micheal Hardt e quelli che per allora sembravano degli instant classic come Stupid White Man di Micheal Moore.
Sì, ero una palla mostruosa d’uomo.

UNIVERSITA’

Approdato all’università, per qualche strana ragione, ho ripreso a leggere romanzi ed è stato un periodo di grossi recuperi, soprattutto estivi: I nostri antenati di Italo Calvino che giudico uno dei libri italiani più belli di sempre, con quel modo così cocentemente ingenuo di scrivere, quasi come se fosse la cosa più naturale del mondo scrivere di esperienze eterne e assieme così calate in un contesto sognante; American Gods di Neil Gaiman che è semplicemente la cosa più bella che io abbia mai letto e che andrebbe comprato ogni qual volta se ne vede una copia, solo per la gioia di regalarlo a uno sconosciuto.

E poi Opinioni di un clown di Heinrich Böll che mi ha insegnato una grammatica tutta nuova per descrivere la tristezza sconfinata che ti colpisce quando finisce un amore.

MATURITA’

Beh, qui colloco tutte le mie letture “tecniche”, sia filosofiche che markettare.

Per la filosofia, non posso fare a meno di citare i miei due autori preferiti: da una parte, l’Eloge de l’amour di Alain Badiou, di certo l’intellettuale che più mi ha segnato la vita e il linguaggio e che mi ha reso in buona parte l’uomo che sono; dall’altra How to read Lacan di Slavoj Zizek che mi ha fatto fare pace con il mio lato più pop, più scazzato, con il suo atteggiamento serio ma mai serioso nell’approccio alla materia filosofica.

Per quanto riguarda questo mio mestiere di marketer, infine, devo assolutamente citare due testi: Le armi della persuasione di Robert Cialdini per la sua capacità di spingere verso la comunicazione persuasiva con un atteggiamento quasi naturale, leggero ma allo stesso tempo molto profondo e… persuasivo, ovviamente; e poi Partire leggeri di Eric Ries che mi ha permesso di capire quanti errori si fanno sempre nel pensare, creare e portare avanti un progetto, che sia un sito web, una start up o una nuova rubrica per il nostro blog.

Spero che la mia storia letteraria vi abbia suggerito o suscitato qualche emozione: io ne ho provate tante, anche leggendo libri che, per tutti gli altri, sarebbero state degli immani ponti e per me, invece, hanno aperto mondi e squarci su aspetti dell’universo che non pensavo possibili.
Auguro a tutti voi di vivere un milione di vite ogni volta che aprite un libro e, soprattutto, di vivere tutte quelle che valgono la pena di essere vissute!