Le letture di Nino Mandato: ex agente letterario

Il 2016 è iniziato all'insegna degli incontri e il primo in assoluto si è svolto a Venezia dove ho potuto con la splendida ed energica Gloria Vanni e il suo ex marito, Nino Mandato. Entrambi mi hanno promesso il loro Curriculum Del Lettore. Per quanto felice del loro interessamento per questa mia iniziativa, ho fatto finta che fossero cose dette così per dire e per garbata cortesia. Invece Nino Mandato ha mantenuto la promessa. Il suo Curriculum del lettore mi ha spiazzato per la sinteticità ma che racchiude tutta una carriera. Qualche data, brevi pensieri che narrano con precisione esaustiva le non poche sfaccettature della sua personalità. Al suo breve testo si è aggiunto un racconto da lui denominato Gauloise N.5. Una short story che dura giusto il tempo che richiede il fumo di una sigaretta. Vieni a leggere?


Curriculum del lettore di Nino Mandato

Le letture di un ex agente letterario

Solo ora mi rendo conto che Sono un ex. In genere uno è ex di qualcosa, che so, ex bagnino. Io sono ex di tutto. Scegli a caso: marito, editore, sportivo, gourmet, viaggiatore … ma l’elenco è ben più lungo. C’è qualcosa che manca a dire il vero: bambino. Bambino lo sto diventando. Ma non voglio dilungarmi troppo in presentazioni.

Va da sé che sono ancora un lettore. Lo sono da sempre, lo sono stato per curiosità da subito, per passione poi, per mestiere quasi tutta la vita, per consolazione nei tempi che corrono. Per queste ragioni non sono in grado, come ho visto altri, di comporre una lista di libri, troppi sarebbero e a molti rischierei di fare torto dimenticandoli.

Ma il curriculum dovrebbe essere un elenco di quanto fatto nei vari periodi della vita e così cercherò di comporre il mio.

1955-60 Leopardi, Pascoli e Vasari. Verne, Salgari, Dumas. Ho cominciato a leggere prestissimo sotto la guida di un nonno che mi portava per chiese e musei e mi indirizzava alla poesia e alle vite degli artisti. In seconda battuta, per non apparire diverso, come ho detto non sono stato bambino se non anagraficamente, mi sono concesso anche le leghe, i pirati e i moschettieri.

1960-65 I classici dell’800. Francesi, Russi, mitteleuropei. Cervantes e Brecht.

1965-70 Italiani e Americani (nord e sud). Fra tutti Calvino, Marquez, Donoso, Bellow, ma l’elenco è lunghissimo.

1970-90 Sono anni senza qualità, parafrasando Musil, perché la mia attività di agente letterario e di editore mi ha costretto a leggere di tutto. In quegli anni ho soprattutto cercato di capire quale fosse la corrispondenza fra l’opera e l’autore, avendo l’opportunità di incontrarne tanti.


1990 ad oggi Mi rendo conto che è un periodo molto ampio, anche perché chi legge ha forse la fortuna di essere nato poco prima degli anni 90, ma in questo calderone il mio approccio alla lettura e la conseguente frequentazione si è uniformato. Meno libri, soprattutto più coraggio. Il coraggio è nel rifiutare di leggere ad ogni costo, è lasciare a pagina 20, è ignorare la critica letteraria. Di libri ne ho comunque letti tanti, anche troppi; nomi? Auster, McEwan, Carver, Cortazar, Pessoa, Tabucchi. La vera novità di questo tempo è stata la scoperta del “giallo”, termine tutto italiano per definire una tipologia letteraria molto articolata e, a mio parere, molto interessante per analisi sociologica e illustrazione di realtà poco conosciute (ma sarebbe un discorso troppo lungo).

Ho finito. Ora vado a rileggere un bella edizione di Gulliver piena di illustrazioni. Sto diventando bambino. Finalmente.

Gauloise N. 5

Quando ero giovane – non è una annotazione superflua e ovvia, conosco molti che giovani non lo sono stati mai – le passioni e gli innamoramenti erano quasi quotidiani, improvvisi e travolgenti. Come venivano andavano, consumati o no.
Il tempo ha fatto in parte pulizia della superficialità. Per fortuna mi capita ancora di perdere la testa e così è stato.

L’ho vista e ho subito deciso che doveva essere mia. Senza pensare, senza razionalizzare: perfetta per me.
Mia, è mia. Certo, qualcosa dovevo fare. Un primo incontro, un secondo, una pausa di riflessione, finta e breve, poi tutto si è messo in moto con la velocità desiderata.
Ci pensavo spesso durante il giorno. Passavo davanti a una vetrina e un oggetto esposto mi appariva perfetto per lei. I momenti migliori, più intensi, erano quelli notturni. Sdraiato nel letto fissavo il soffitto nella penombra e vedevo proiettato quello che avrei vissuto, il piacere della condivisione, gli attimi, le ore, i giorni. Ci siamo. Ora è davvero mia. Nessuno me la può più portare via. Mi preparo e la preparo.
Finalmente apro la porta. Senza accendere la luce mi avvio alla camera. Mi butto sul letto e godo della magia del momento.

Wow.
Ora mi accendo una sigaretta, come ho sempre fatto, dopo, e lascio che lo sguardo vaghi senza indirizzo.
In quel momento un piccolo brivido mi attraversa e non è di piacere. Spalanco gli occhi nel tentativo di mettere meglio a fuoco quello che mi circonda.
Uno, due, milza e fegato, tre, quattro, cinque, sei, colpi al corpo. Crollo, l’arbitro mi conta. Arriva a dieci e ricomincia: uno, due, tre e via così. Sembrano pugni di grande violenza, ma non lo sono. Sono scatole, scatoloni, pacchi, ammassati ovunque nella stanza.
Solo l’inizio, l’inizio dell’ennesimo trasloco.