I libri di Giovanna Di Troia: Blogger, giornalista e...

Giornalista, blogger fondatrice di Giodit e organizzatrice di eventi culturali, Giovanna Di Troia è una di quelle persone che ho spesso incrociato sul web e sui social ma con la quale non ho mai avuto occasione di intavolare una conversazione qualsiasi. Questo perché, tra le varie attività, la mia ospite di oggi si occupa anche di Marketing, Comunicazione e gestione dei Social Media. È coautrice di due saggi, L'Italia e le mafie e 1938 - 1945: l'industria di Caino, stagista in una start up e con un passato da tutor, speaker e moderatrice di incontri teatrali. Oggi ho il suo Curriculum Del Lettore, vieni a leggerlo?



Il CurriculumDelLettore di Giovanna Di Troia

Blogger, giornalista, organizzatrice di eventi culturali

Il #CurriculumDelLettore di Giovanna Di Troia

I libri sono da sempre l’unico punto fermo della mia vita, mi accompagnano ovunque, ed in ogni situazione. Da sempre scandiscono i tempi della mia vita e identificano inequivocabilmente periodi, situazioni, eventi, persone. I libri sono i miei fidi compagni di viaggio ne porto sempre uno con me nella borsa ma non mancano neanche sul mio smartphone, grazie a kindle, ma resto ancorata ancora alla visione romantica del libro, non so resistere a quel profumo inconfondibile ed inebriante di un buon libro nuovo.

La mia curiosità per i libri mi ha portato anche a lavorare part-time per un periodo nella biblioteca dell’università, precisamente nell’area economica e persino ad iscrivermi ad un corso di perfezionamento con tanto di esame finale e di analisi dettagliata su libri antichi e di diverse epoche, ingialliti e consunti ma pregni di storia e di fascino.

La mia passione infinita per i libri inizia verso i tre anni, letteralmente stregata da quelle fiabe così magiche per me e che ascoltavo in audiocassetta, con quella canzoncina che ancora risuona nelle mie orecchie “a mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar…” e seguivo col ditino su quei opuscoletti colorati e illustrati che accendevano la mia fantasia più che i miei sogni notturni.

Mai sazia di quelle fiabe che hanno forgiato una vera booklover, inducendomi ad imparare a leggere prestissimo per dissetare quella mia gran sete di nuove storie e per nutrirmi di letture.

La mia infanzia è scandita da colorate fiabe e le ho assorbite talmente tanto che ne parlo spesso anche nei miei articoli per i blog per cui scrivo, dai giornalini “per ragazzi” con tanti articoli, rubriche, fumetti. Ma i libri che più mi hanno segnato sono Platero y yo di Juan Ramón Jimenez, letto in spagnolo insieme alla mia mamma, e successivamente La fattoria degli animali di George Orwell con l’illuminante:

“Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”

che mi aprì gli occhi sul vero mondo, quello al di fuori delle calde mura domestiche con le mie rassicuranti letture.

Con George Orwell ho continuato nell’adolescenza quando le mie letture si intensificano ancor di più e soprattutto nel periodo estivo. Non facevo che leggere, nelle più improbabili posizioni, mai stanca, a risentirne solo la mia vista. Per iniziare il romanzo anti utopistico 1984 ma che ha saputo guardare lontano, tanto da ispirare film, trasmissioni televisive, con un nome a caso, il “Grande Fratello” e persino spot pubblicitari come quello del regista Ridley Scott per Apple.

Con Sense and sensibility letto nella versione inglese, invece, non sono più riuscita a fare a meno dei libri di Jane Austen, creandomi una vera e propria dipendenza.

DoñaFlor e i suoi due mariti di Jorge Amado mi ha colpito per i suoi colori, i sapori, la passione, lo splendore del mare e della natura, il senso di mistero e di magia.

L’elenco dei libri della mia adolescenza è molto lungo ma voglio solo inserire tra questi già citati almeno un libro italiano: Va dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro con le commoventi pagine scritte da una nonna e dirette alla nipote. Indelebili per me restano due sue citazioni:


“La vita non è una corsa ma un tiro a bersaglio: non è il risparmio di tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro”

e

“Fare errori è naturale, andarsene senza averli compresi vanifica il significato della vita”.

Il periodo universitario è identificato dall’Ulisse di James Joyce con cui si entra proprio nella testa dei personaggi, nella loro privacy, nel loro monologo interiore, dalle Lezioni americane di Italo Calvino sulla leggerezza, rapidità, esattezza e visibilità e molteplicità, da La penombra che abbiamo attraversato di Lalla Romano con quel sentimento dominante della scrittrice di essere arrivata tardi e con la convinzione che il “tempo meraviglioso è quello di prima”, accompagnato dall’originale Nuovo romanzo di figure in cui il racconto è fatto attraverso le foto. Questi libri che mi sono entrati proprio nel profondo, facendoli miei a tal punto che mi hanno valso anche due 30 e lode agli esami.

Altri due libri importanti per me sono Anna Karenina di Lev Tolstoj che mette in evidenza come il troppo amore può essere fatale e di come le cose non vanno considerate troppo tragicamente e farne un tormento, ma è meglio essere inclini a considerale con semplicità e persino con allegria e La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier in quanto proprio come la protagonista Griet sono una grande osservatrice di ambienti e di persone e di quadri, in quanto appassionata di pittura e come nei dipinti non c’è un sol colore netto ma infinite gradazioni e giochi di luci e ombre, e bisogna saper leggere oltre la tela, proprio come nella vita.

Un altro libro che mi ha segnato è L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera che si interroga sull’opposizione più ambigua che ci sia: pesantezza-leggerezza. Ed ancora Che tu sia per me il coltello di David Grossman: due sconosciuti che creano un mondo fatto di parole su carta per esprimere la propria parte più intima e nascosta.

Più di recente ho riletto La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano che ricorda la parte più matematica di me con quei numeri primi sospettosi e solitari e i primi gemelli proprio come i due protagonisti (vicini ma mai abbastanza per davvero, come in matematica separati da un solo numero pari) e Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen che dimostra come l’orgoglio e i pregiudizi possono ingannare ma riuscendo ad oltrepassarli si possono scoprire cose meravigliose. E li ho riscritti, capitolo dopo capitolo, in 140 caratteri insieme alla community di @TwLetteratura.

La costante restano sempre i libri di marketing e comunicazione tra Inbound Marketing, Blogging, Social Media ROI, ma il prossimo libro che vorrei leggere è Alla ricerca del tempo perduto di Proust.