Le letture di Mirna Pioli, commercialista e blogger

Peggy Guggenheim e Gabriel "Coco" Chanel. Sono donne di gusto e con un certo senso per gli affari. Forse è per questo che non ho resistito alla tentazione di chiedere a Mirna Pioli, blogger di Doublentry, il suo Curriculum del lettore.

Ne è uscito un quadro molto interessante dove il gusto, lo stile e la sensibilità si presentano in perfetto equilibrio con il concreto e la professionalità





Curriculum del Lettore di Mirna Pioli

letture di una commercialista appassionata


Nei ricordi della mia infanzia campeggia un librone enorme delle favole di La Fontaine (favole con delle massime tipo La volpe e l’uva, La cicala e la formica). Già allora non avevo mai sonno alla sera e non volevo mai che mio papà smettesse di leggere. Invece la mia fiaba preferita era Cenerentola. Dentro il passeggino sfogliavo il libro e la ripetevo a memoria, tutti si stupivano perché pensavano che, così piccina, sapessi già leggere. Non mi è mai piaciuta la storia di Cappuccetto Rosso. L’adolescenza? È stato un periodo segnato da tanta, tanta droga soprattutto nel mio paese. Anche se piccolo e di provincia si era diffusa moltissimo e ho perso tanti, troppi amici. Io ero un po’ esclusa da certe compagnie e ne soffrivo ma poi ho compreso che mi è andata molto bene essere già un po’ controcorrente (eri considerata antica se non fumavi). Il libro più significativo è stato Alice e i giorni delle droga, diario di una anonima adolescente. Ricordo che le pagine avevano un odore stranissimo, pungente. Non avendolo mai sentito, lo associavo a quello della droga.

Durante l’esame di maturità ho letto Uno nessuno centomila di Luigi Pirandello il quale, tra l’altro è nato il 28 di Giugno. Come me, ma 101 anni prima.

Poi un po’ più avanti sono rimasta incantata dalla bellezza del film Le relazioni pericolose. Avevo 20 anni. Quell’epoca così divinamente narrata … ho subito acquistato il libro, che non mi ha delusa, di Choderlos De Laclos.

E poi la folgorazione a 31 anni per un libro letto in una notte. Si tratta de Il danno di Josephine Hart. Libro intenso, straziante, meraviglioso. Soprattutto per la frase che afferma:

«Chi ha subito un danno è pericoloso. Sa di poter sopravvivere»

E io, Rita, un danno, anche se diverso da quello di cui parla il libro l’ho subito, a quattordici anni e so di poter sopravvivere. Un po’ più avanti, recandomi a un convegno a Roma, ho scoperto Andrea DeCarlo. In una libreria della stazione acquistai Nel momento. Ho adorato questo autore per parecchi anni, soprattutto per le frasi:

«Non c’è un di solito».

E

«Succede una sola volta, se succede».

Poi c’è un libro che mi è stato regalato con una dedica speciale da un uomo che ho tanto amato L’ultimo dei Savage di Jay McInerney. Verso i 40 anni scoprii una chicca La conversazione amorosa di Alice Ferney.Un dono per me, fatto di conversazioni, sguardi, parole, passione. Meravigliosamente raffinato. Ultimamente sto leggendo tanti gialli, thriller psicologici ma non ne ho uno in particolare da ricordare. Adoro tutti i gialli di Agatha Christie. Sempre tra i classici, amo Jane Austen. I miei preferiti, Ragione e sentimento e Orgoglio e pregiudizio.

In questo momento però sono in attesa di un romanzo d’amore che mi faccia battere nuovamente il cuore, un romanzo che vorrei intenso, struggente da mozzare il fiato e non ovvio...