I libri di Chiara Bertora: le "inutili" letture della blogger di Ero Daria

Su MTV c'era un cartone animato che mi piaceva molto. Raccontava di un'adolescente molto nerd, moderatamente asociale e con uno spiccato senso dell'ironia. Si chiamava Daria, non le interessava il pensiero altrui. Un idolo! Pensiero che forse combacia con la filosofia della trimamma Chiara Bertora e quelle che, nel suo blog, chiama cronache piuttosto inutili di una mamma precaria. Il tone of voice di Chiara è più frizzante di quello monocorde di Daria. Nel suo Curriculum del lettore non si è ritratta in un riservato nichilismo intellettuale, ha contribuito ad arricchire la biblioteca di letture e persone accolte da questa iniziativa. Vieni a leggerla?


Curriculum Del Lettore di Chiara Bertora

Blogger di Ero Daria

#CurriculumDelLettore di Chiara Bertora

INFANZIA

Da bambina, che io ricordi, ho cominciato vere letture lunghe coi regali della Prima Comunione. Vecchie vicine di casa di mia nonna mi hanno così introdotto ai grandi classici dell’infanzia, come Piccole Donne Crescono, che lessi prima del molto più affascinante Piccole Donne. Mi viene facile, ora, dire che mi sentivo tanto Jo. E, in quanto Jo, ammiravo sconfinatamente Meg.

Poi ci furono I pattini d’Argento, un’edizione ridotta di Jane Eyre che trovai nella biblioteca di mia mamma bambina, a casa di mia nonna. E Il Mago di Oz, nei caldi pomeriggi di agosto in campagna.

Sul finire degli anni Ottanta, mi tuffai mani e piedi nel fantasy e fu Michael Ende a traghettarmi negli anni Novanta, prima con l’indimenticabile Momo, poi con La Storia Infinita. Fu lì che, forse, mi convinsi ad approcciare Tolkien, di cui ho letto e amato Lo hobbit, ma mai nella vita ho poi avuto il coraggio di inoltrarmi nel Signore degli Anelli.

ADOLESCENZA

Credo sia stato in assoluto il momento di mia massima attività da lettrice.

I miei compagni più svegli, che ammiravo in gran segreto per il loro essere già vissuti senza aver ancora in gran parte vissuto, pronunciavano frasi sprezzanti circa l’impossibilità di vivere solo attraverso i libri. Qualche volta mi viene da pensare come Pavese che, invece, “a dischiudermi la vita sono stati in gran parte i libri”. Mio malgrado, loro malgrado.

A svezzarmi alla vita ci metto Il bar sotto il mare, la lettura di alcuni brani da parte di una supplente di italiano alle medie, mi fulminò letteralmente. Ci metto Marcovaldo e Il sentiero dei nidi di ragno misteriosamente usciti dalla stessa penna, che tra l’altro è la penna che forse amo di più al mondo. Ci infilo tutto Herman Hesse, che si comincia con Siddartha, ma poi è un attimo farsi travolgere da tutto il resto.

Ci metto il periodo cupo di Dracula e Frankenstein. Ci metto con tutto il cuore e la pancia e il fegato e le reni ne I fiori del male. Ma più di tutto credo che sia un dovere morale per me ricordare il libro che in assoluto ho riletto di più nella vita, Jack Frusciante è uscito dal gruppo, in assoluto il “mio” romanzo di iniziazione. A cosa non lo so, ma mi ha iniziato.

GIOVINEZZA

Tormentoni di cui un po’ mi vergogno: praticamente tutto De Carlo, a cominciare da Di noitre. Ho dovuto spolparlo quasi tutto, prima di accorgermi che erano tutti piuttosto uguali. Tormentoni di cui vado abbastanza fiera: tutto Pennac, a partire dal Paradiso degli Orchi. Benjamin Malaussène, per me un fratello (e con la madre che aveva, non è del tutto escluso). È stato anche il tempo dell’avvicinamento alla letteratura sudamericana, Cent’anni di solitudine, su tutti.Poco originale, lo so, ma mi è servito a concepire un certo gusto per le epopee, cui ho dato sfogo più tardi (spoiler sulla maturità, attenzione!) coi meravigliosi Ovunque, proteggici e Quando Teresa si arrabbiò con Dio.

MATURITÀ

Oggi che, per come è montata la vita, leggo un po’ meno, mi sono molto appassionata agli scrittori contemporanei, a ciò che mi è vicino per età o magari per genere. Leggo molte scrittrici, infatti.

Penso sia un periodo, ed è il periodo de L’iguana non vuole, Il ministero della Bellezza, Mal di Pietre, Gli anni al contrario, Il desiderio di essere come tutti.

Qualche incursione nella letteratura americana, Olive Kitteridge sul comodino. Molta voglia di colmare qualche lacuna, di riuscire ad affrontare i russi e anche qualche gigante nostrano ingiustamente ignorato.