Le letture di Sylvia Baldessari: Blogger ed Educatrice

Nuovo Curriculum Del Lettore in arrivo. Questa volta tocca alla creativa e molto, molto educativa Sylvia Baldessari la quale, con il suo Piccolo Doge guida i grandi alla scoperta dei piccini. Ho dovuto attendere un po' per avere questo Curriculum del lettore. Per fortuna ho avuto pazienza e Sylvia ha fatto finalmente capolino raccontandosi attraverso le sue letture. Letture che raccontano non solo la sua esperienza di educatrice, ma anche la sua capacità di "giocare" con la rete per permettere agli adulti di averne maggiore coscienza. Il gioco è una cosa seria perché è con esso che i bambini scoprono la realtà fisica che li circonda ed è sempre attraverso il gioco che gli adulti come la mia ospite di oggi, scopre e comprende la realtà virtuale in cui abita. Non è un compito semplice, ma Sylvia lo svolge egregiamente, con intelligenza e aggraziata ironia. Che dici? Vieni a leggerla?

Curriculum Del Lettore di Sylvia Baldessari

Creativa ed educatrice seria

#CurriculumDelLettore di Sylvia Baldessari

“I libri sono porte per altri universi ai quali decidiamo di appartenere. I libri, in un certo senso, ci descrivono in maniera suggestiva ed evocano proiezioni ancestrali dai significati, per ciascuno di noi, diversi.”

Le mie prime letture sono iniziate ancor prima di saper leggere: i miei fratelli amavano leggere Topolino e tutte le edizioni della Disney dedicate alla famiglia dei paperi.

Sfogliavo i giornalini più volte, provando a colmare con l’immaginazione quelle lettere che ancora non sapevo decifrare. Ecco, il mio percorso inizia con i fumetti.

“I fumetti sono una cosa seria”

mi viene da citare e se c’è un pensiero che tengo a ribadire, è proprio la loro grande importanza letteraria nonostante continuino a essere giudicati, in maniera erronea, come lettura non autorevole, superficiale e di poco conto.

Di grande impatto grazie all’uso dell’immagine, che coinvolge maggiormente a livello emozionale, il fumetto è da sempre terreno e occasione per proporre riflessioni sociali e culturali a qualsiasi età. Stuzzica la creatività e il desiderio di interagire con il mondo esterno attraverso il disegno.

Topolino, La dinastia dei Paperi (perché io sono Paolino Paperino dipendente), Asterix, Lucky Luke e Cattivik sono tutte opere che hanno scandito la mia infanzia, divisa tra i numeri amabilmente trafugati a casa, a mio fratello e mia sorella, e la biblioteca della scuola elementare.

L’amore per i fumetti è continuato durante la pre-adolescenza con la scoperta della Bonelli Editore: trovando casualmente il numero 4 di Dylan Dog Il fantasma di Anna Never (se per casualmente si può definire il rovistare nel cassetto della scrivania della propria sorella) niente è stato più come prima

“E se scruti nell’abisso, l’abisso scruta dentro te”

La liaison con la Bonelli è continuata poi con gli Agenti Alfa (in particolar modo con LegsWeaver) e dura ancor oggi sempre con Dyd, Morgan Lost e Adam Wild. Così come la passione per i manga giapponesi, nata più o meno in concomitanza e che vede in serie come Dragon Ball, Inuyasha, Angel Sanctuary, OnePiece e in particolar modo Naruto il tema di ricerca di sé, nella lotta tra bene e male come concetti astratti e ben difficili da omologare, nei quali l’essere umano nella sua più totale imperfezione impara a essere e a trascendere se stesso. Tema che mi ha sempre intrigato e che nella cultura orientale trova maggior sfumature nell’essere narrato e descritto.

Durante l’adolescenza, gran spazio hanno avuto i libri fantasy: Tolkien in particolar modo. Ammetto però d’aver trovato Il Signore degli Anelli un po’ troppo faticoso, prediligendo la lettura de Lo Hobbit e del più semplice e favolistico Il cacciatore di draghi.

Il mio percorso continua con autori come Lovecraft, onirico e capace di trascinarti in una narrazione dove la paura, quella che non ha forma e che si nasconde insidiosa ovunque, sa afferrarti per l’intera lettura del libro, e Orwell che consiglio a tutti di leggere iniziando con La fattoria degli animali, per poi passare al complesso e attualissimo 1984 libro che ammetto di trovare utile nel il mio lavoro in educazione digitale.

Durante la mia formazione universitaria Pennac ha avuto un peso non indifferente: il suo linguaggio arguto, a tratti bislacco e quella sua rara capacità di saper raccontare la multiculturalità in storie dove ragazzi e adulti si perdono per poi ritrovarsi, ha sempre influenzato il mio agire in campo educativo.

Un uomo che ha saputo emergere e valorizzare il suo essere dislessico, amando la lettura e trasmettendo la passione per quest’ultima e l’insegnamento in generale.

“Un bravo insegnante può salvare una vita”

Grazie Daniel!

Sempre nel periodo universitario, per il “sacro e il profano” che mi contraddistingue, non posso che citare Joanne Harris, autrice di Chocolat (che non ha nulla a che vedere con il film) e di tantissimi altri romanzi dove la dualità maschile e femminile viene esplorata, da questa autrice, più volte come percorso interiore, di accoglienza e comprensione e Celia Rees, autrice di Il viaggio della strega bambina. Giungiamo a oggi e alla scoperta di un autore come Glenn Cooper: la sua trilogia La biblioteca dei morti, Il libro delle anime e I custodi della biblioteca l’ho letteralmente divorata. Trovata casualmente (ma io al caso non credo) in uno scaffale del supermercato, mi ha fatto pensare a concetti quali il tempo e la morte in un periodo particolare della mia vita, dove quest’ultimi avevano richiesto e richiedono ancora adesso, un’aspra presa di coscienza…

“I libri non sono mai a caso.”

Termino con gli autori self: in questi due ultimi anni ho trovato nel mercato dell’auto pubblicazione, autori e autrici veramente meritevoli. La scorsa estate l’ho passata con i libri di Vera Q., Flavia Basile Giacomini e Anna Castelli. Di sicuro ripeterò l’esperienza nella prossima, trovando in queste donne e professioniste emergenti del talento, laddove langue in molte altre opere ben troppo decantate…