Il Curriculum del lettore: una possibile bozza

L’inizio settimana è sempre un po’ traumatico. Sveglia presto, quintali di caffè e mille idee in testa da distribuire e progetti (non solo lavorativi) da portare a termine non sono sufficienti per cancellare il senso d’ansia che porta il lunedì.

Oggi quindi temporeggio e, prima di lanciarmi in un approfondimento dei libri che ho citato nel post di venerdì scorso, Libri, bloggers e qualcosa da bere, sento il bisogno di fermarmi un momento e fare il punto della situazione scrivendo una possibile bozza del mio Curriculum Del Lettore.

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Per favore, d’ora in poi, regalatemi solo libri

È difficile imparare a leggere.

Una volta mio padre registrò una serata di compiti quando ero alle elementari. Consegna, riconoscere le sillabe e ripeterle ad alta voce. Del video mi è rimasto impresso la luce giallina, la mia voce insicura e i goccioloni agli occhi per il sonno e mia madre semi addormentata sul tavolo della cucina, a farmi da guardia. In teoria, un’immagine del genere dovrebbe far desistere l’aspirante lettore eppure, quando ho imparato a riconoscere le lettere e le parole, mi sono sorpresa a dire, a un compleanno:

«Per favore, d’ora in poi, regalatemi solo libri».

E così è stato fatto.

Ho avuto la fortuna di avere una schiera di donne laureate in Lettere da parte di madre. Insegnanti che hanno saputo soddisfare ampiamente il mio desiderio.

Tra i libri che ho amato di più, in questo periodo, sono stati:

  • Piccole Donne di Louisa May Alcott e La piccola Principessa di Frances Hodgson Burnett. Romanzi di formazione, favole dove si insegna al bambino che la virtù, il coraggio e la bontà d’animo vincono sempre. Qualsiasi ostacolo ci si trovi di fronte. Dei due, ho preferito Piccole Donne. Mi sembrava di assomigliare a Joe March, anch’io mi arrampicavo sugli alberi come lei.
  • Formidabile anche Pippi Calzelunghe della svedese Lindgren Astrid. Quella bambina poteva fare tutto ed era indipendente e libera di fare ciò che più le piaceva.
  • Della mia prima copia de Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain ho perso le tracce. Strano, perché era il mio libro preferito. Avrei voluto avere Tom come compagno di giochi e marachelle e, dato che avevo letto le sue avventure, ero sicura che non mi avrebbe convinta a dipingere la staccionata. Ingenua. In seguito obbligai il mio fratellino a leggerlo a sua volta, ma non è andato oltre le pagine che descrivevano la scena in cui il protagonista dava la medicina al gatto. Lo reputava noioso, preferiva l’X-Box e i film di Star Wars (che guardai assieme a lui).
  • Anche di Zanna Bianca ne perdetti le tracce, ma so che lo prestai e anche chi non mi restituì il libro di Jack London. A breve distanza di tempo lessi anche Il richiamo della foresta. Mi piacevano le storie, le ambientazioni naturali e selvagge ma la morale, era molto più profonda di quanto potessi percepire all’epoca.

Quel cinque nel tema di italiano che mi fece scoprire i romanzi russi

Scrivere mi è sempre piaciuto. Temevo i compiti di grammatica e analisi logica, ma i temi erano il mio punto forte e alzavano la mia media in italiano. Insomma, vivevo di rendita fino a quando, in terza superiore, non venni stroncata da un disonorevole 5. In un tema. Tragedia! Come era potuto succedere?

La professoressa non si lasciò ammorbidire dalle mie proteste e pensò bene di prestarmi qualche romanzo da leggere. Tolstoj e Dostoevskij, così giusto per stare leggeri, per confrontarsi con degli autori facili facili.

  • Il tema che feci su Anna Karenina mi fece portare a casa un 7 pieno e una rinnovata autostima. Non ho conservato copia di quello scritto ma ricordo che dovetti allontanarmi dalle pagine del romanzo per non rovinarlo di lacrime. In seguito lessi, sempre di Lev Tolstoj, Padre Sergej, La morte di Ivan Il’ič, Sonata a Kreutzer e Guerra e Pace.
  • Amato anche L’idiota di Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo non lo finii mai e Memorie del sottosuolo non mi è piaciuto molto. Chirurghi dell’anima, gli scrittori russi. Ricordarsi di fare il pieno di cose belle per reggere alla tragicità che intride e sconvolge i lettori che si avventurano in questa letteratura.
  • In quarta superiore cambiai professore e letture. Incontrai Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde. Di questo raffinato e acuto intellettuale irlandese lessi una raccolta di racconti, il mio preferito è quello de Il gigante egoista. Prima di morire voglio essere certa di aver letto tutto di lui, anche le liste della spesa.
  • La coscienza di Zeno di Italo Svevo mi fece guadagnare un 9 in uno dei miei ultimi temi scolastici. Lo associai a L’urlo, famoso dipinto di Edvard Munch. Cercavo di capire cosa fosse il male di vivere.
  • Non sono pronta per rileggere La storia di Elsa Morante. È in questa lettura che colloco il passaggio dalla scuola superiore all’università. È con questo romanzo che, per molto tempo, mi allontanai dalla lettura impegnata per virare in scritti più leggeri, frivoli e spensierati. Ci sono passaggi che si vorrebbero dimenticare per la loro intensità e per il senso di impotenza che emanano. Tuttavia, un lettore ha delle responsabilità. Ricordare.

Queste sono le letture che maggiormente mi hanno segnata e che hanno, in un certo senso, influenzato il mio gusto in fatto di libri. La lettura è qualcosa di molto personale ed è per questo che mi trovo a disagio a rispondere alla domanda:

«Dimmi che libro leggi e ti dirò chi sei».

Sarebbe troppo lunga da spiegare. Preferisco avere un libro da leggere, sarebbe un pezzo prezioso per compilare il puzzle dell’Essere.

E il tuo Curriculum Del Lettore? Qual è?