I libri di Ilaria Bo: fotografa e blogger de I 10 mondi letterari

Eccomi qua con un nuovo Curriculum del lettore, quello della fotografa di talento Ilaria Bo che ha, da pochissimo, fondato il suo blog I 10 mondi letterari. Intanto che Ilaria muove i primi passi nel mondo della scrittura e della comunicazione per mezzo dei suoi scatti fotografici, io ho avuto la possibilità di avere una piccola anteprima delle sue letture e della sua personalità. Vieni anche tu a scoprire i libri che hanno arricchito la sua vita fino ad oggi?





Curriculum del lettore di Ilaria Bo

Letture di fotografa

#CurriculumDelLettore di Ilaria Bo

L’idea di aprire un blog letterario sta dando i suoi primi risultati. Da alcuni mesi sto muovendo i primi passi in materia di blog, web writing e quant’altro riguardi la scrittura sul web. Sto conoscendo persone che condividono la mia stessa passione per la scrittura e allo stesso tempo hanno maturato una certa esperienza in questo ambito. Mi sento molto grata rispetto a ciò e al fatto che si tratti di persone estremamente disponibili nel dare suggerimenti utili, ogni volta che io ne faccia richiesta. Le mie lodi sono rivolte in primis a Rita Fortunato. E già il cognome la dice lunga (sorrido). La nostra conoscenza è nata grazie al fatto che entrambe siamo guest blogger per Palestra Writer.

E’ stata lei a propormi di scrivere il Curriculum del Lettore. Una possibilità e anche un’esperienza nuova. Un’idea insolita e molto originale. Per la quale ho accettato con molto entusiasmo! Quindi che il mio #Curriculum del Lettore abbia inizio!

Infanzia

Durante l’infanzia un libro che ha sicuramente lasciato il segno è stato Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll.

All’epoca non nascondo di essere stata in parte influenzata dai racconti di mia mamma che mi ha incuriosita rispetto alla lettura di uno dei più famosi romanzi di quello che oggi conosciamo come genere “fantasy”. Fu proprio la mia mamma a regalarmi un’edizione integrale del libro. Lo lessi con entusiasmo e curiosità, spinta anche dal fatto che in quel periodo esisteva l’omonimo cartone animato. Così mi dilettavo a confrontare quanto le storie del cartone animato rispecchiassero il racconto. Per quello che mi ricordo, posso assicurarvi di sì.

Alice si trovava ad affrontare una sorta di viaggio, un’avventura per la precisione (tant’è che il titolo originale era proprio Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie e attraverso lo specchio) in un mondo costellato di personaggi fantastici e talvolta strambi.

Ebbene, non vi sarà difficile credere che, data anche l’età, mi immedesimavo tantissimo in lei, fantasticando sulla possibilità di trovarmi nelle sue stesse situazioni e cercando di capire come le avrei affrontate. Perché, per chi si ricorda delle avventure di Alice, spesso veniva a trovarsi in situazioni al limite del pericolo!

Vi confesso inoltre che, ancora oggi, ripensando al romanzo, ricordando il cartone animato che seguivo con passione e avendo visto il film Alice in Wonderland, sono affascinata da questo romanzo. Dal suo alone di mistero, che talvolta sconfina nella paura, ma per le cui situazioni limite c’è sempre una soluzione e il bene trionfa sul male.

Adolescenza

In questa fase della mia vita ho letto molti libri, diciamo più “obbligatoriamente” , in quanto frequentavo il liceo. Le letture erano trasversali in ambito letterario: dall’italiano, all’inglese, al francese e anche al tedesco; ho davvero apprezzato la loro originalità e profondità a livello di poetica e contenuti.

Uno dei primi romanzi che voglio citarvi è Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi. Una scelta un po’ fuori dal coro della mia professoressa di italiano. Dico fuori dal coro, in quanto non era di certo un classico che si leggeva al liceo. Questa scelta mi piacque. E mi rendo conto ora che sono i romanzi con un’ambientazione storica ben precisa ad affascinarmi di più. Poi lessi volentieri Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, anch’esso un romanzo ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Ho amato anche Se questo è un uomo di Primo Levi, nonostante la durezza dell’argomento. Ho amato lo stile e la sua struttura perché l’autore ha saputo trasmettere le sue dolorose memorie, senza dover ricorrere a descrizioni macabre, sottolineando con estrema consapevolezza l’essenza di una realtà che è doveroso non dimenticare mai.

Per quanto riguarda invece la letteratura straniera ho apprezzato tantissimo un classico dell’estetismo inglese, ambientato in epoca vittoriana, Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde. Un libro che mi è piaciuto ancora una volta per l’originalità e, per certi versi, per la fantasia, con le quali viene affrontato il tema della bellezza, dell’arte e delle conseguenze irreversibili alle quali può condurre una smodata dedizione per l’aspetto esteriore.

Similmente ho letto con passione Il Fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, uno degli scrittori che credo abbiano lasciato il segno nella storia della letteratura italiana e non solo. Romanzo anch’esso caratterizzato dall’originalità della trama e dai risvolti bizzarri e allo stesso tempo tristi, che portano il lettore, sia dell’epoca, ma anche contemporaneo a riflettere sul senso della responsabilità dell’essere umano. In sintesi vorrei infine citarvi altri classici che mi hanno affascinato: Effie Briest di Theodore Fontane, romanzo tedesco di impronta omologa a Madame Bovary; Il lupo della steppa di Herman Hesse e Tess of the Durberville di Thomas Hardy.

Maturità

E ora posso passare alla fase più matura del mio Curriculum del lettore, quella in cui ho iniziato a leggere ancora più consapevolmente.

Ho letto romanzi, ma anche alcuni libri che possono essere considerati dei saggi. Libri che approfondiscono materie che sono diventate di mio interesse, dopo che ho terminato il mio ciclo di studi con l’università. E’ stata l’università a darmi una forma mentis diversa, attraverso la quale mi sono potuta permettere di leggere libri più tecnici, più complessi se vogliamo.

Riguardo la letteratura contemporanea, invece, una scrittrice che ho apprezzato molto è la giapponese Banana Yoshimoto, di cui ho letto Tsugumi, Lucertola, Kitchen, Ricordi di un vicolo cieco. Autrice suggeritami da un carissimo amico, mi è piaciuta subito per il suo stile sobrio e sintetico (i suoi sono romanzi brevi), caratterizzati sicuramente da un filo conduttore che è poi l’alone di mistero, il soprannaturale che, in modo sorprendente, non fa paura, ma piuttosto rassicura sia i personaggi sia il lettore, quasi a voler trasmettere una speranza di positività in un “mondo parallelo”.

E infine – perché altrimenti non è più il #Curriculum del lettore ma il romanzo del lettore – uno dei libri che più mi ha lasciato il segno in fatto di profondità di contenuti è La profezia della curandera di Hernan Huarache Mamani, un romanzo basato su una storia vera ambientata in Perù.

Quello che mi ha colpito maggiormente di questo libro è il tema di fondo e cioè di come nella cultura andina esistano ancora i curanderos – guaritori, sia uomini che donne, che grazie alla loro infinita saggezza acquisita attraverso la conoscenza e il massimo rispetto per tutto ciò che li circonda, aiutano le persone a guarire sia fisicamente che spiritualmente, e dove la donna ricopre un ruolo essenziale e centrale nello sviluppo della società, godendo così del massimo rispetto. E’ uno di quei volumi che consiglierei a tutti, uomini e donne indistintamente, proprio per il messaggio che vuole trasmettere in un’epoca come la nostra dove ancora, nonostante il progresso tecnico, manca quello spirituale.