Le letture di Elena Bigoni: storia di una lettrice anarchica

Il canonico appuntamento con il Curriculum del lettore prosegue e oggi ospito quello di Elena Bigoni. L'hai conosciuta con il post su David Leavitt, ospite a Pordenone Legge 2015 con il libro I due hotel Francfort.

Elena è il mio grillo parlante librario. Quella coscienza che non credevo di avere e che mi ha mostrato quanto i libri siano una parte fondamentale per la formazione di una persona e sul suo modo di relazionarsi con personaggi fittizi e reali. Se non so cosa leggere, lei ha sempre quello che fa per me.

Vieni a conoscerla?


Il Curriculum del Lettore di Elena Bigoni

Lettrice libera e anarchica

#CurriculumDelLettore di Elena Bigoni Immagine dal profilo Facebook di Elena Bigoni

Il curriculum del lettore è un’iniziativa che conosco fin dai suoi esordi. Visto che Rita mi ha affibbiato il ruolo di "grillo parlante librario". Ad un certo punto della mia esistenza ho deciso che era doveroso, da parte mia, partecipare.

In realtà è nata più come una sfida a me stessa, riuscire a raccontare il mio curriculum e quindi la mia vita attraverso i libri.

Ovviamente, ho perso ma, in un modo diverso, ho anche vinto perché dare un senso al caotico disordine nelle letture, mie compagne di viaggio sin dalla prima infanzia, ha fatto emergere un lato di me che non conoscevo e che in qualche modo inseguivo da tempo. Spesso mi sono definita una lettrice caotica o disordinata e di certo non addomesticata, ma solo ora ho capito di essere una lettrice anarchica. Ebbene sì, mi auto-proclamo lettrice anarchica. Sapete sono del segno della vergine e come sanno tutti oltre ad essere dei rompiscatole di prima categoria, polemici, irritanti siamo anche puntigliosi razionali e iper-organizzati. Questo lato di me si riflette molto nella mia vita quotidiana. La lettura, la scelta dei libri invece rappresenta la totale libertà. È una libertà che mi tengo ben stretta e che in maniera quasi istintiva ha sempre contraddistinto i miei percorsi librari. Tutte le mie scelte sono dettate da questo impulso e, come tutti gli impulsi non hanno una motivazione fissa.

La cosa divertente di tutto ciò è che questo non mi porta ad essere una lettrice compulsiva o bulimica, tutt’altro! Benchè possa annoverarmi tra i lettori forti di certo non ho mai raggiunto vette, per me irraggiungibili ad oggi, di 120/170 letture annuali. Certo leggo velocemente ma spesso tra un libro e l’altro passano giorni, settimane a volte anche di più. Perché se l’impulso della lettura è assolutamente anarchico, l’interiorizzazione di quel che ho letto diventa un momento di analisi che spesso convoglia sia il mio lato emotivo che razionale.

Altre volte ad esempio non mi interessa proprio leggere. È una fase che non dura molto, ma capita. Probabilmente la mia vena anarchica è stata sedata per un po’. Prima di giungere a questa conclusione ho passato ore a pensare a quali fossero i libri che sono stati fondamentali per me, i generi, gli autori che mi hanno accompagnato ma, pensare ai titoli, non solo ne faceva sbucar fuori altri dai meandri della mia memoria ma soprattutto mi ha dato una strana consapevolezza del passato.

Si pensa spesso che il passato è passato e in quanto tale è statico ma anche la storia insegna che ciò che è scritto sulla pietra non è irrevocabile e passa attraverso la percezione di chi guarda quella stessa pietra. Il passato, per me, è dinamico e cammina in qualche modo sempre al passo non con il presente, l’attimo, ma con ciò che siamo. È fatto di cicli che si aprono e si chiudono e mentre viviamo quel cerchio, non riusciamo ad averne una prospettiva, riusciamo al massimo ad avere una prospettiva o un’idea di quello che si è già chiuso, forse e non sempre.

Il porci continue domande, crescere, cambiare ci porta a dare uno sguardo a quello che eravamo sempre in maniera diversa. Ciò che siamo oggi non è uguale a ciò che eravamo 5 anni fa e lo stesso vale per i libri che leggiamo. Almeno questo vale per me, ogni libro in un momento diverso del passato ha avuto un peso, un valore diverso.

Lo vedo ogni giorno e il fatto stesso che io sia anche una rilettrice compulsiva rientra in questo continuo dinamismo che è la lettura ma anche la vita. Amo rileggere perché ci sono momenti in cui sento il desiderio di riscoprire un libro, perché un’immagine sfiora la mia mente e devo recuperarla.

Come per tutti, ci sono “libri” o “momenti” che mi hanno segnato come lettrice. Ad esempio, so di essere diventata lettrice quando ho letto Pollyanna, leggevo da già ma è stato quel libro che mi ha letteralmente catapultato nelle storie che mi scorrevano sotto i miei occhi.

A 12 anni c’è stato un altro passaggio quando ho preso in prestito Congo di Crichton, era una lettura per mio padre, ma ero rimasta affascinata dalla storia. Questo libro mi ha trascinato, forse troppo presto, nella narrativa più adulta. Forse, l’essere stata strappata così presto ai libri per ragazzi mi ha fatto riscoprire, ormai grande gli Y/A che leggo volentieri. Posso dire che il ciclo Darkovano di Marion Zimmer Bradley mi ha dato una prospettiva diversa in un periodo “delicato” come l’adolescenza. Ma altro non c’è o forse si, in realtà dovrei dire che c’è un mondo di lettura di ogni genere.

Ero una di quelle lettrici che non trovando supporto nei consigli dei professori, sceglieva i libri da leggere in basi ai brani scelti nei testi di italiano, latino, inglese e francese, ma allo stesso tempo, con la complicità di un padre lettore leggevo i classici americani o libri d’avventura, azione e thriller, passando anche per i fantasy e la fantascienza, toccando quando era più grandicella l’horror e il romance. Ma questo non mi bastava perché sentivo la necessità di leggere anche altro e mi dedicavo a testi teatrali, poesie, saggi, libri di architettura, biografia e via di seguito…tutto quello che veniva ispirato dall’impulso del momento. Non mi è andata sempre bene, a volte ho toppato di brutto, perché mi rendevo conto che alcuni di quei testi erano fuori dalla mia portata. Riuscivo a coglierne la voce, un melodia di sottofondo ma non la sua “concretezza” il suo essere perché, per quanto anarchica mi senta, sono anche una lettrice ingenua. Ok, dovrei usare il termine ignorante :p…

Tutto ciò che sono quando leggo nasce da un mio impulso interiore che non è mai stato incanalato. Non ci sono studi alle spalle per cui, se leggo Dante, Shakespeare, Boccaccio o Borges ne colgo la forza espressiva, gli intenti ma la mia mente sa che là c’è molto e il non riuscire a carpire tutto mi faceva arrabbiare (mi sono auto-censurata :P ). Crescendo sono riuscita a lasciarmi andare, a farmi cullare da quelle parole perché comunque quelle storie arrivano, alcune più di altre, ma tutto a livelli diversi mi raggiungono e fanno le fusa al mio io anarchico.

Il mio Io anarchico, devo essere sincera, ha potuto crescere grazie alla biblioteca del mio comune, perché l’essere una lettrice di biblioteca rappresenta la libertà.

Libertà di scegliere un libro a caso senza badare alla trama, alla copertina, al costo. Poter entrare e d’impulso prendere in prestito qualunque libro desiderassi ha sempre sfamato la lettrice anarchica che è in me, quello che non trovavo lo potevo ordinare tramite il prestito inter-bibliotecario mettendomi così nella posizione di avere a disposizione ogni libro capace di placare la mia sete e i miei impulsi.

Capite perché diventa difficile per me fare un curriculum lettore, se poi ci aggiungete che, salvo rari casi, in campo letterario ho la tendenza a interiorizzare l’opera ma a dimenticare spesso titoli e autori la cosa raggiunge abissi devastanti.

Certo, adesso con i social diventa quasi doveroso ricordarsi ciò che si è letto, mostrare le nostre letture, ma è qualcosa che non riesco a fare perché nel momento in cui interiorizzo una lettura, specialmente quelle di qualche reale valore, non riesco più a scindere il libro da me stessa e da ciò che sono. Insomma, non cito, non mostro ma è come se in ogni post che scrivo, in ogni riflessione che faccio i libri, gli autori, i personaggi parlassero attraverso di me.