Tenere o lasciare: la lealtà verso le cose (e non solo)

Tutti noi ci troviamo, nel corso della vita, a dover scegliere se tenere o meno un oggetto in casa: succede quando ne compriamo uno più nuovo oppure quando dedichiamo del tempo a riordinare un mobile, un armadio, la cantina ecc.

Questo compito diventa ancora più difficile quando cambiamo casa: sì perché la quantità di oggetti con cui veniamo in contatto durante il riempimento degli scatoloni è enorme, la confusione intorno regna sovrana e la stanchezza si fa sentire, al punto che a volte rimangono con noi oggetti a cui non teniamo o ne finiscono nella spazzatura altri che, invece, avremmo voluto tenere.

Come mai può succedere di non riuscire connettere “testa e pancia”, di fronte all’opportunità di liberarsi di alcuni oggetti?

Una risposta può essere il pensiero che prima o poi torneranno utili, oppure l’avversione verso l’idea di “buttare via”: più frequentemente, però, si tratta di lealtà verso questi ultimi, cioè la volontà, consapevole o meno, di non tradire l’oggetto in questione perché legato a un’esperienza, a una persona, a un’idea che esso rappresenta.

Un semplice oggetto, secondo Remo Bodei (La vita delle cose, 2011) diventa “cosa” nel momento in cui diventa importante affettivamente e determinante per la vita di una o più persone (dal latino “causam”), assumendo quasi vita propria: un’energia forte, istintiva, viene trasferita su di esso e separarsene, quindi, può significare elaborare un vero e proprio lutto.

Vediamo alcuni modi in cui si può venire in possesso di un oggetto e le domande che ci si può fare, quando si è in difficoltà nel decidere se tenerlo con sè o meno, dopo tanto tempo:

  • Eredità: ad esempio un oggetto appartenuto ai tuoi antenati, o a una persona cara che decide di affidartelo.

Lo ricevi, te lo ritrovi in casa improvvisamente e hai bisogno di conoscerlo meglio: in questo caso può rappresentare qualcosa di prezioso da custodire nel tempo, di cui essere orgogliosi, oppure una responsabilità che non sai bene come gestire.

Domande utili: a chi apparteneva? Ti sembra di tradire quella persona se decidi di non tenerlo? Ti mette in soggezione averlo in casa? Se lo regalassi a qualcuno ti sentiresti meno in colpa?

  • Prestito: ad esempio libri di una biblioteca, dvd di un amico, appunti risalenti agli studi o un ombrello che quella volta che pioveva ti è stato prestato da un conoscente.In questo caso sai da anni che va restituito e magari continui a rimandare, a non pensarci.

Domande utili: sei ancora in contatto con la persona che te lo ha prestato? Se no, è successo qualcosa di spiacevole tra voi? Se invece è stato preso in prestito in un posto specifico (come una biblioteca), di quale argomento parla il libro? E’ un tema a te caro o importante nella tua vita quotidiana?

Ti mette a disagio vederlo in casa e sapere che non è tuo? L’idea di restituirlo dopo tanto tempo ti imbarazza?

  • Regalo: gli esempi sono tanti e anche le persone da cui puoi averlo ricevuto, più o meno vicine. Il regalo è una gratificazione, una sorpresa, simboleggia spesso un momento speciale della vita, ma a volte può essere non gradito oppure una formalità.

Domande utili: ti piace ricevere regali? Sei abituato a riceverne?Questo regalo in particolare è legato a un’esperienza importante oppure no?

E’ un oggetto che ti trasmette sensazioni positive, neutre o negative?Ti sembra che disfarti dell’oggetto possa farti perdere anche il ricordo dell’esperienza?

  • Acquisto: l’oggetto appartiene in questo caso alla miriade di oggetti che è possibile comprare ogni giorno nei negozi.

Domande utili: che effetto ti ha fatto comprarlo? Lo hai acquistato per sostituire un oggetto simile oppure per puro piacere? Quale sensazione provi ad averlo in casa?

Ti sembra di sprecare il denaro che hai speso, decidendo di disfartene? Senti che tutto prima o poi può tornare utile e allora tentenni?

Come si può vedere, le situazioni possono essere tante e sono tante anche le domande utili da porsi, ma sono possibili più soluzioni per provare a togliersi di dosso l’indecisione e agire in modo da cambiare casa con meno scatoloni e pensieri.

Le domande riguardo queste quattro tipologie di oggetto mettono l’accento su tre temi, ovvero

  • la relazione con qualcuno
  • un’esperienza vissuta
  • l’emozione che, adesso, la sua presenza in casa ti suscita.

Quando siamo tentati di conservare una cosa (non è più un oggetto, a questo punto) nonostante non ci piaccia più e non sappiamo nemmeno noi il perché, stiamo riflettendo in realtà sul trattenere o lasciare andare, sul rimanere leale a una relazione (familiare, amicale, amorosa o lavorativa) o al ricordo di qualcosa che è avvenuto e che ci piacerebbe mettere al riparo dallo scorrere del tempo.

E’ giusto che ciò accada a costo di sentirci a disagio emotivamente?

Non è forse più utile pensare che l’importanza dell’esperienza e del ricordo risieda al di là della cosa e che imparare a lasciare andare ciò che non piace più aiuta a rinnovarsi e ad abbracciare meglio il cambiamento?

Ognuno di noi prova più o meno fatica nel separarsi dalle cose: questo ha molto a che fare con la propria storia personale e familiare, il proprio temperamento e altri fattori, che rendono la questione complessa e delicata.

Ecco perché io e Marilina ci siamo interrogate su come aiutare le persone che devono traslocare o rinnovare la casa, sia dal punto di vista psicologico sia pratico e abbiamo deciso di scrivere questo ebook.

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