Traslocare è facile (se sai come fare!)

Il trasloco non è un’esperienza che tutti devono vivere per forza. C’è chi si è trasferito in una casa vuota, ha comprato man mano quello che gli serviva e continua a stare lì.

Immagine correlataIl trasloco può anche essere un’esperienza divertente, nonostante gli esperti equiparino lo stress da trasloco a quello provocato da una separazione o addirittura da un lutto.

E' sicuramente una fatica, sia psichica che fisica, ma può portare con sé alleggerimenti tangibili, di cui si sentiranno i benefici per lungo tempo.


D’altra parte il trasloco è sempre stato un momento di ansia. Gli antichi romani (quelli ricchi) quando dovevano andare da una casa all’altra magari non spostavano i mobili, ma possiamo immaginare lo scompiglio che si veniva a creare per riempire i bauli, le ceste e quant’altro pieni dei vestiti, delle suppellettili e di tutto ciò che di cui i signori potevano avere bisogno nel trasferirsi da un’abitazione all’altra. Lo stesso succedeva, supponiamo, alle dame medievali e rinascimentali quando lasciavano la dimora paterna per andare spose in un'altra casa: il corredo, gli abiti ingombranti, i gioielli venivano stipati in casse e cassoni e poi trasportate a dorso di muli o di cavalli…

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Insomma non proprio una passeggiata neanche a quei tempi, ma era un problema delle classi agiate. I meno abbienti, invece, non avevano di questi impicci: spesso era già tanto se riuscivano ad avere un tetto sotto al quale dormire, magari condiviso con gli animali domestici. E anche gli emigranti d’inizio Novecento, che partivano per l’America, o i nostri meridionali che si stabilivano al nord negli anni Cinquanta/Sessanta, mica facevano traslochi! Si portavano il minimo indispensabile nelle famose valigie di cartone e poi, pian piano cercavano di sistemarsi con quello che trovavano sul posto.

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Foto di immigrati negli anni '50

Il trasloco, dunque, è diventato un momento di ansia “trasversale” solo ai nostri tempi, in cui spesso per ragioni economiche, lavorative, logistiche, siamo chiamati a spostarci da una casa ad un’altra o da un ufficio ad un altro. E, siccome le difficoltà pratiche non bastano a giustificare tanto malessere, ci deve essere qualcosa di più profondo che, come spiega lo psicanalista francese Alberto Eiguer (1), affonda le sue radici nel valore che noi diamo ai nostri spazi. Il nostro obiettivo, con questo piccolo manuale è quello di aiutare le persone a cambiare casa, con consigli e suggerimenti per far sì che il trasloco sia il meno faticoso possibile.

Perché traslocare non significa solo trasportare un po’ di oggetti da una parte ad un’altra. Significa anche prevedere disallacciamenti e allacciamenti alle utenze, cambi di indirizzi sui documenti, un certo tempo di precarietà abitativa, che con bambini e animali, per esempio, va gestito in maniera consapevole. E poi la ricerca della ditta a cui affidarsi (se ci si vuole affidare a qualcuno) l’inscatolamento, la visione chiara della nuova sistemazione, la preparazione dei nuovi spazi, l’apertura degli scatoloni e, finalmente, il riposizionamento di tutto il nostro mondo. Senza contare che accanto a tutto questo lavoro manuale, ci saranno, inevitabilmente, molti momenti per tirare le somme. Chissà quanti oggetti di cui ci si era completamente dimenticati faranno riflettere sulla propria vita, la propria storia, il proprio modo di essere prima, durante e dopo il trasloco…


Ho raccolto ben 8 sacchi - raccontava Simona sul suo blog (4) - da dare in beneficenza a un’associazione vicino casa che aiuta famiglie bisognose, e altrettanti sacchi di cose ormai inutilizzabili da buttare. Mi sono passati per le mani tanti ricordi e per ognuno una frazione di secondo, un sospiro, un pensiero, un’emozione e una scelta. Tengo, lascio.

Alla fine le cose importanti per me si sono ridotte a due scatoloni di vestiti (estate e inverno), una scatola di oggetti vari (le mie adorate fatine, le pietre, le candele), diverse cassette di libri e poco altro. Che soddisfazione!


Già, perché il trasloco può dare anche grande soddisfazione, ed è in questa direzione che cerchiamo di portarvi. Pronti, quindi? Via, si parte!

Chiara e Marilina


Trasloco in una cartolina del primo Novecento intitolata "L'ottimista"






Note

1) Albert Eiguer, L'inconscio della casa, Borla, 2007

2) su: http://www.tempodivivere.it/trasloco-puntata-2-sem...